Per migliorare l’estetica e la funzionalità di un manufatto metallico ci sono diverse lavorazioni che è possibile effettuare. Tuttavia non tutte le lavorazioni sono adatte a tutti i metalli, e fare degli errori in questo senso può significare rovinare completamente il manufatto.
La micropallinatura è proprio una di queste lavorazioni superficiali: un trattamento di finitura che rifinisce la lamiera tramite un getto ad alta pressione di microscopiche sfere d’acciaio. Le sfere esercitano un’azione abrasiva sulla superficie, lucidandola. Con questa tecnica è possibile lucidare in tempi più contenuti anche manufatti di grandi dimensioni e raggiungere i punti più nascosti di elementi metallici complessi.
I risultati che si ottengono con la micropallinatura possono essere eccellenti in termini di rapporto qualità/prezzo, a patto però di prestare attenzione a diverse variabili.
Quali errori non si devono fare nella micropallinatura? Ecco i tre principali.
1) Sbagliare materiale
Quando parliamo di metalli, la micropallinatura con sfere d’acciaio può essere effettuata solo su superfici di acciaio inox. È particolarmente efficace su acciai inossidabili come AISI304, 316 o 321, utilizzati anche in ambito chirurgico, ma non deve mai essere scelta come trattamento per superfici di altri metalli. Ad esempio, se si vuole trattare una lamiera di ferro è necessario utilizzare microsfere di un materiale diverso dall’acciaio, come sabbia di corindone, sabbia di vetro o graniglie meccaniche.
È inoltre essenziale fare attenzione ai rischi di contaminazione. Se le microsfere di acciaio inossidabile che vengono lanciate ad alta pressione sulla superficie contengono impurità o particelle di ferro, potrebbero contaminare l’acciaio inossidabile.
2) Non tenere conto dello spessore della lamiera
Se lanciamo un getto troppo potente di micropalline di acciaio su una lamiera molto sottile, questa si piegherà, oppure compariranno antiestetici bozzi.
Quando esegui la micropallinatura su una superficie metallica, le microsfere di vetro colpiscono la superficie con forza e creano delle sollecitazioni. L’effetto combinato di forza e calore può causare stress meccanico-termico: è come se la superficie ricevesse una serie di piccoli colpi e, contemporaneamente, venisse riscaldata.
Lo stress meccanico-termico può influenzare le proprietà meccaniche del materiale, rendendolo ad esempio più fragile o alterandone la resistenza. Immagina di piegare una forchetta ripetutamente: alla fine potrebbe rompersi. Lo stesso principio si applica alla micropallinatura, se sottopone la lamiera a uno stress eccessivo.
Per realizzare un pezzo micropallinato senza deformazioni è necessario agire su tutte le facce della lamiera, non solo su quella a vista. L’erogatore del getto deve essere manovrato con la massima precisione, in modo che il flusso di microsfere non si concentri mai troppo a lungo in un unico punto. Solo così il risultato finale potrà essere perfettamente omogeneo.
3) Non tenere conto dell’applicazione del manufatto
Con la micropallinatura si ottengono ottimi risultati di finitura, ma ancora molto lontani da quello che è possibile ottenere ad esempio con una lucidatura a specchio. Tuttavia esistono moltissime applicazioni per le quali non è necessario portare al minimo la rugosità della lamiera, e quindi non ha senso investire su lavorazioni eccessivamente di fino, ma il risultato che si ottiene con la micropallinatura è più che sufficiente.
Ad esempio, questa lavorazione viene impiegata con successo per preparare la superficie di componenti meccanici prima di ulteriori lavorazioni o rivestimenti, contribuendo così a migliorarne la resistenza all’usura e la durata nel tempo. Oppure anche per determinati elementi di macchinari specializzati che richiedono un’elevata omogeneità estetica ma non devono forzatamente essere satinati o specchiati per il compito che devono eseguire.
Un partner serio che si occupa di lavorazioni di carpenteria metallica saprà sempre consigliarti la lavorazione migliore per i tuoi manufatti metallici, e ti dirà se è necessario o meno investire in una finitura superficiale che porti al minimo la rugosità della lamiera, oppure se ci sono altre soluzioni più adeguate alla tua esigenza, come appunto la micropallinatura.
4) Non tenere conto delle dimensioni del manufatto
Nel caso di elementi metallici di dimensioni importanti, per essere certi di ottenere un risultato omogeneo è opportuno utilizzare una cabina di micropallinatura, nella quale inserire il manufatto per rifinirlo completamente, senza il rischio di non agire su alcuni punti.
Noi di CIM Laser abbiamo recentemente introdotto tra le nostre dotazioni tecniche anche una nuova cabina di micropallinatura LAMEF della misura di 3,5×3,5×2,5 metri, grazie alla quale possiamo lavorare in tutta sicurezza e precisione anche manufatti di grandi dimensioni. È un’attrezzatura altamente specializzata, che ci consente di effettuare al meglio la micropallinatura sull’acciaio inox, proteggendo i nostri operatori: la sabbiatrice certificata PED all’interno della cabina è infatti servocomandata, per essere manovrata a distanza. E la micropallinatura con questa cabina è una lavorazione ancora più veloce!
Con un’attrezzatura di questo tipo possiamo assicurare una resa eccellente sulla lamiera d’acciaio inossidabile per una vastissima gamma di esigenze, realizzando la micropallinatura in tempi estremamente ridotti e con un risultato uniforme.
Vorresti sapere se questo tipo di lavorazione risponde anche alle tue necessità? Saremo felici di consigliarti la finitura migliore per i tuoi elementi metallici.
In CIM Laser ci occupiamo da sessant’anni della lavorazione di manufatti in lamiera per l’impiego in diversi settori. Grazie alle nostre competenze, alla nostra attitudine al problem solving e agli elevatissimi standard di precisione che possiamo garantire, abbiamo elaborato un esclusivo Protocollo Perfection per risolvere con efficienza e prontezza anche difficoltà apparentemente insormontabili.
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Guida l’azienda che suo padre creò tanti anni fa con la medesima fame di conoscenza nel campo della lavorazione dei metalli del suo primo giorno in officina. Il suo percorso con Cimlaser è volto alla soddisfazione delle esigenze del cliente apportando il valore aggiunto che solo anni di esperienza sul campo e un costante aggiornamento di mezzi e competenze possono fornire.