È molto apprezzato in architettura e design per la sua finitura elegante e piacevole al tatto, è utilizzato nei settori alimentare e farmaceutico per la sua facilità di pulizia e la resistenza alla corrosione, è ideale per le applicazioni che richiedono una superficie metallica resistente ma non riflettente: l’acciaio satinato è un materiale particolarmente versatile che offre moltissimi vantaggi.
Sebbene la satinatura sia una lavorazione diffusa, la sua esecuzione non va assolutamente sottovalutata. Per avere una resa ottimale, come quella richiesta nella carpenteria meccanica di precisione è necessario infatti fare attenzione a diverse variabili.
Prima della lavorazione: la scelta dell’acciaio giusto e la preparazione
Il tipo di acciaio utilizzato può influire significativamente sulla resa della satinatura. Le diverse composizioni determinano diverse proprietà degli acciai, e di conseguenza influiscono sulla loro risposta a questo processo di finitura superficiale.
Ad esempio, gli acciai inossidabili con maggiore durezza e resistenza, come quelli ad alto contenuto di cromo e molibdeno, tendono a richiedere una maggiore forza e tempi più lunghi per ottenere una finitura satinata uniforme. Questo può influire sulla scelta degli strumenti e dei parametri di lavorazione.
Acciai con un alto contenuto di zolfo, invece, possono presentare inclusioni che alterano l’uniformità della finitura satinata. Gli acciai austenitici standard come il 304 e il 316 sono generalmente i più adatti alla satinatura.
Una volta individuato l’acciaio giusto per il progetto di carpenteria che si vuole realizzare, è il momento di passare alla preparazione della superficie da satinare. Innanzitutto va effettuata una pulizia approfondita, che elimini non solo grasso e sporco ma anche eventuali cordoni di saldatura della lamiera: in questo secondo caso, sarà necessario levigare o smerigliare la parte da uniformare.
Eseguire la satinatura: strumenti e tecnica
Se vuoi che la satinatura della tua lamiera d’acciaio sia impeccabile e uniforme, è necessario che venga eseguita con una strumentazione adeguata. La levigatrice deve essere dotata di rulli di satinatura in fibra di nylon a grane diverse: si inizia con una grana più aggressiva per poi passare gradualmente a quelle più delicate, che consentiranno di dare una finitura precisa all’acciaio. La progressione da una grana all’altra deve essere graduale, perché se si passa direttamente da una grana grossolana a una molto più sottile si possono lasciare segni visibili sull’acciaio.
Essenziale anche la gestione della pressione: se non si applica in modo uniforme, sulla lamiera appariranno segni più o meno evidenti, e il risultato non potrà essere omogeneo. Come abbiamo già detto, per tipi di acciaio diversi sarà necessario utilizzare strumenti e tecniche leggermente differenti per ottenere lo stesso risultato.
Attenzione anche alla direzione nella quale si effettua la satinatura, perché se non rimane coerente nel corso di tutto il processo si otterrà una superficie non uniforme. Se, infine, non si lavora con una velocità ottimale la resa della satinatura potrebbe non essere eccellente, e si rischia di deteriorare gli strumenti abrasivi oltre che di surriscaldare la lamiera: un surriscaldamento è da evitare assolutamente, perché potrebbe modificare lo stato superficiale del materiale, compromettendo il risultato finale.
Una volta preparata la lamiera con una lucidatura perfetta, è il momento di passare all’opacizzazione della superficie, che può venire eseguita manualmente con una ruota in panno con abrasivi (ad esempio nylon o corindone). La ruota può essere lamellare o frastagliata, a seconda delle tipologia di finitura che si vuole ottenere, e crea delle piccolissime righe irregolari sull’acciaio, che lo rendono opaco . Il grado di satinatura finale che si vuole raggiungere può essere più o meno elevato, quindi anche in questo caso è possibile aumentare gradualmente la finezza della grana abrasiva per ottenere una superficie più o meno brillante.
Se però si vuole una resa estetica eccellente e un’assoluta assenza di imperfezioni, è meglio eseguire una satinatura meccanica tramite sbavatrice, utilizzando nastri abrasivi di intensità progressivamente maggiore. Combinando la giusta velocità di rotazione con un’adeguata velocità di avanzamento del banco semovente, questa soluzione garantisce risultati eccezionali.
Una volta terminata la satinatura, se sarà stata eseguita con tutte le specifiche adeguate, si otterrà un acciaio molto elegante e piacevole esteticamente, sul quale le impronte digitali ed eventuali piccoli graffii saranno poco visibili.
Per ottenere questo risultato, però, sono necessari:
- macchinari altamente specializzati
- conoscenza approfondita della materia prima
- massima attenzione alla precisione, soprattutto se la lamiera satinata deve essere utilizzata in settori come l’alimentare o il farmaceutico, che hanno delle normative di sicurezza molto stringenti.
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Guida l’azienda che suo padre creò tanti anni fa con la medesima fame di conoscenza nel campo della lavorazione dei metalli del suo primo giorno in officina. Il suo percorso con Cimlaser è volto alla soddisfazione delle esigenze del cliente apportando il valore aggiunto che solo anni di esperienza sul campo e un costante aggiornamento di mezzi e competenze possono fornire.